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Oggi i nostri popoli hanno bisogno di un partito comunista forte in Turchia e di un partito comunista forte in Grecia

Intervista a  Eliseos Vagenas, membro del Comitato Centrale del KKE, pubblicata sul sito soL del TKP (Partito Comunista di Turchia)

1. Il 21 maggio in Grecia si terranno le elezioni - originariamente previste per una data precedente ma posticipate in seguito alla catastrofe ferroviaria, una questione che tocca direttamente la classe operaia. Qual è il clima politico in cui la Grecia si avvia alle elezioni?

Il partito di governo, Nuova Democrazia (ND) ha deciso di rimandare le elezioni politiche, che si sarebbero dovute tenere nel luglio 2023 ed erano poi state anticipate ad aprile. È ovvio che l'incidente ferroviario - un vero e proprio crimine annunciato, come avevano ammonito sia i parlamentari comunisti sia i sindacati - abbia suscitato grande collera tra la popolazione, in particolare tra i giovani. La situazione che si è creata ha messo in imbarazzo tutti i partiti che hanno governato negli ultimi anni - il partito di centro-destra ND, il socialdemocratico PASOK e la «sinistra di governo», cioè la «nuova» socialdemocrazia di SYRIZA. La responsabilità della catastrofe del treno grava su tutti questi partiti, che hanno smantellato le ferrovie pubbliche, privatizzandole e imponendo condizioni di lavoro e di sicurezza inaccettabili al solo scopo di accrescere i profitti.

I partiti borghesi avevano bisogno di tempo; speravano che la collera si sarebbe attenuata e non si sarebbe tradotta in una punizione per loro in occasione delle elezioni politiche. Il fatto è che situazioni simili a quella delle ferrovie esistono in tutti i settori della vita sociale del Paese, il che dimostra ai lavoratori che ai gestori del sistema capitalista - che siano di centro-destra, di centro o di «sinistra» - non interessa nulla della vita della gente; l'unica cosa che interessa loro sono i profitti del capitale.

Siamo convinti che oggi una parte significativa dei lavoratori, grazie al lavoro di avanguardia svolto dai comunisti e dal KKE, abbia tratto le conclusioni corrette dal disastro ferroviario. Sappiamo tuttavia che occorre fare ancora molto lavoro, poiché gran parte della popolazione è ancora prigioniera dei falsi dilemmi attivamente promossi dai partiti borghesi durante la campagna elettorale.

2. I partiti borghesi, responsabili della distruzione dell'economia greca mediante le privatizzazioni e le politiche liberiste, tenteranno di formare un nuovo governo dopo le elezioni di luglio. Nuova Democrazia, SYRIZA, PASOK... Si può dire che le elezioni in Grecia sono destinate a creare nuovi dilemmi e problemi politici? Ci si può aspettare che questi soggetti siano in grado di risolvere i veri problemi della popolazione?

Tutti questi partiti borghesi sono già stati messi alla prova. Sia nei periodi di crescita capitalista sia in quelli di crisi non hanno fatto che operare al servizio dei profitti del grande capitale, assoggettando la popolazione a nuovi fardelli. È indicativo che nei quattro anni di governo di ND, il PASOK abbia votato a favore del 70% delle leggi presentate in parlamento da ND, e SYRIZA abbia votato a favore del 50% di queste leggi. Malgrado alcune divergenze, questi partiti concordano sulle questioni strategiche - politiche UE, partecipazione della Grecia alla NATO, alleanza strategica con Stati Uniti e Francia, partecipazione della Grecia alla guerra imperialista attualmente in corso in Ucraina tra il campo imperialista euro-atlantico (USA, NATO e UE) e il campo imperialista eurasiatico emergente (Russia, Cina e alleati). Qualunque tipo di governo si formi - monocolore o di coalizione - sarà comunque un governo antipopolare.

Il popolo greco ha già sperimentato i governi di tutti questi partiti, che promettono mari e monti in campagna elettorale ma, una volta al governo, scaricano sui ceti popolari tasse, prezzi sempre più alti e inflazione per consentire agli squali del capitalismo di aumentare i loro profitti. La questione centrale è che i partiti borghesi e qualunque tipo di governo devono uscire indeboliti dalle elezioni e il KKE deve uscirne rafforzato, in modo tale che il popolo si rafforzi e intensifichi la sua lotta.

3. Alla luce delle conseguenze della guerra in corso in Europa, quale potrebbe essere l'impatto delle elezioni in Grecia sulla politica dell'imperialismo nella regione di cui fanno parte la Grecia e la Turchia? È possibile che duri la «luna di miele» che i due Paesi confinanti hanno vissuto nelle ultime settimane? O è più probabile che gli interessi dell'imperialismo e dei monopoli inneschino sviluppi più pericolosi nella regione?

La storia ha dimostrato che la politica estera delle classi borghesi ha una prospettiva strategica e viene promossa, in un modo o nell'altro, da «gestori» politici di ogni sfumatura. Perciò, le relazioni greco-turche continueranno a essere dettate dalle relazioni di competizione e di cooperazione tra le classi borghesi greca e turca, oltre che dalla competizione che oppone USA, NATO e UE al blocco cino-russo emergente. Non dimentichiamo che politica estera e politica interna vanno a braccetto. Non è possibile coniugare una politica interna anti-popolare a una politica estera favorevole ai popoli. Oggi è evidente che le potenze euro-atlantiche stanno tentando di appianare le divergenze in molte regioni, risolvendo o attenuando conflitti che potrebbero indebolirle nel contesto di un conflitto più ampio con i loro rivali. Queste soluzioni vengono promosse mediante pressioni e ricatti spregiudicati, che influiscono negativamente sugli interessi di entrambi i popoli. Questi accordi privi di principi e le iniziative di ogni tipo che conducono alla violazione delle frontiere e dei trattati che le definiscono non fanno che seminare vento e sono destinati a raccogliere tempesta. Tale è la situazione della cosiddetta co-gestione dell'Egeo, che non si basa su alcun principio e serve gli interessi dei gruppi economici e della NATO a scapito delle popolazioni e dell'ambiente.

I popoli della Turchia e della Grecia hanno gli stessi interessi. Hanno interesse a vivere in pace e a lottare per il proprio futuro; contro lo sfruttamento capitalista; contro i profitti capitalisti che provocano tensioni e perfino scontri militari; per l'abolizione dello sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo e il soddisfacimento dei bisogni popolari contemporanei; per l'eliminazione delle cause che gettano i popoli nel tritacarne della guerra imperialista; contro il coinvolgimento di entrambi i Paesi nei piani dell'imperialismo; per il rimpatrio delle forze militari delle missioni NATO e delle altre missioni imperialiste all'estero; per la chiusura delle basi USA e NATO in entrambi i Paesi. Una vera garanzia di cooperazione e fratellanza tra i due popoli vi sarà quando i lavoratori prenderanno il potere sia in Grecia sia in Turchia.

4. Torniamo al clima politico e sociale esistente nel Paese. Notiamo che in Grecia la lotta di classe si è recentemente intensificata, e che la sua ripresa ha influito sull'agenda politica del Paese. Alla luce del fatto che la catastrofe ferroviaria è stata dovuta a politiche anti-sindacali, in quale misura il programma della classe operaia può prendere piede nel periodo elettorale?

Senza dubbio, gli sviluppi economici e sociali sono destinati a causare un ulteriore inasprimento dei problemi dei lavoratori. Lo sfruttamento della classe operaia si sta intensificando, e la sua povertà, sia assoluta sia relativa, sta aumentando. Il «grande successo» strombazzato dal governo di ND, cioè gli investimenti, non soltanto non ha risolto i problemi dei lavoratori, ma al contrario li ha moltiplicati. Gli investimenti non hanno determinato un aumento dei salari dei lavoratori e non ne hanno arrestato l'erosione, dal momento che si fondano sui vecchi memorandum e su nuovi provvedimenti che colpiscono i lavoratori e il popolo, su tagli fiscali e sussidi pubblici al capitale che vengono pagati con un inasprimento della tassazione ai danni del popolo. Gli aumenti dei prezzi e l'inflazione divorano il reddito della popolazione. Tutto questo ha stimolato importanti lotte sindacali messe in atto dalla classe operaia, dai contadini poveri e dai settori sociali bassi e medi. Si sono tenute variegate manifestazioni di massa e scioperi generali per aumenti di pensioni e salari, contratti di lavoro collettivi e contro l'elevata tassazione che colpisce la popolazione. Queste iniziative hanno paralizzato il Paese. Vi sono state anche manifestazioni in vari settori e imprese che hanno consentito ai lavoratori di ottenere alcuni successi.

È chiaro, dunque, che le manifestazioni dei lavoratori e del popolo, che illuminano il cammino della lotta, rappresentano dei passi avanti in termini di coscienza politica del popolo. Dobbiamo tuttavia tenere presente che il sistema borghese dispone di potenti strumenti ideologici per manipolare il popolo. Così, il partito di governo di centro-destra, ND, sta tentando di promuovere l'argomentazione secondo cui il Paese ha bisogno di un governo monocolore che garantisca la «stabilità» richiesta per attuare la necessaria «modernizzazione» del Paese - che, sostiene ND, dovrebbe renderlo pienamente «europeo». Dal canto suo, la «sinistra» di SYRIZA sostiene la necessità di un governo di coalizione «progressista» che dovrebbe teoricamente attuare una politica «a favore del popolo», accusa ND di una deriva di estrema destra e ha inserito nelle proprie liste elettorali non soltanto esponenti del socialdemocratico PASOK, ma perfino ex-dirigenti di ND. Il PASOK, infine, aspira a fare da ago della bilancia tra ND e SYRIZA entrando in una coalizione comprendente entrambi - a condizione che il primo ministro non sia il leader di uno dei due partiti.

5. Alla luce di queste considerazioni, passiamo alla linea elettorale del Partito Comunista di Grecia (KKE). Che tipo di appello politico rivolgerete al popolo greco in occasione delle elezioni? In che modo il KKE ha stabilito la sua linea elettorale e le sue liste di candidati?

Il KKE indica al popolo che al di là delle loro differenze, ND, SYRIZA e PASOK sono d'accordo sulle questioni cruciali. Litigano soltanto riguardo a «chi» e «come» dovrà governare - ma la politica da attuare è già stabilita in anticipo. Sono interessati esclusivamente ai profitti dei gruppi imprenditoriali, non alle nostre vite e ai nostri bisogni. La stabilità dei governi del capitale si traduce in impossibilità per il movimento operaio e popolare di reagire agli attacchi contro i lavoratori e il popolo. Il KKE dichiara apertamente al popolo che non intende concedere la propria partecipazione, il proprio sostegno o la propria tolleranza al governo borghese che verrà formato, che sarà sicuramente anti-popolare. Il KKE sarà espressione dell'opposizione popolare a qualunque governo anti-popolare.

La stabilità del popolo, infatti, richiede un KKE forte, un movimento operaio e popolare forte e al tempo stesso governi anti-popolari deboli. Maggiori saranno la decisione e la rapidità con cui il popolo manderà a monte i vari piani di governo anti-popolari, migliori saranno le condizioni per bloccare i provvedimenti anti-popolari e per conseguire successi, e maggiori saranno le nuove opportunità per avanzare lungo il cammino del rovesciamento radicale del sistema. Per questa ragione, ogni voto popolare dato al KKE da parte di chi ne riconosce la credibilità, la coerenza, la tenacia e il radicalismo in ogni situazione è un voto che conta.

Alle ultime elezioni politiche il KKE ha eletto 15 deputati su 300. Più deputati del KKE significano più capacità di far sentire la voce e i problemi del popolo e più sostegno militante alla lotta per la nostra giusta causa, ovunque. Le liste del KKE sono composte da lavoratori, contadini, scienziati, artisti e altri che si sono uniti alla nostra lotta. Comprendono anche persone che non sono iscritte al KKE, alcune delle quali in passato hanno perfino sostenuto altri partiti, ma sono giunte alla conclusione che l'unica soluzione per il popolo è unirsi al KKE.

6. Per finire, come sa, il 14 maggio si terranno in Turchia le elezioni presidenziali e parlamentari. Alla luce dell'esperienza di SYRIZA in Grecia, quale messaggio vorrebbe dare agli elettori turchi per le imminenti elezioni?

Siamo convinti che il rafforzamento elettorale dei comunisti sia in Turchia sia in Grecia rappresenterà un messaggio contro il nazionalismo, contro la competizione delle classi borghesi e per la difesa dei diritti dei lavoratori e del popolo in entrambi i Paesi. Muovendosi in questa direzione sarà possibile aprire la strada a una società giusta, al progresso, alla pace e alla cooperazione tra i popoli, contro le istituzioni imperialiste NATO e UE e gli interessi che oggi mettono a repentaglio il futuro dei due popoli.

La classe operaia turca ha il suo partito, il Partito Comunista di Turchia, ed è chiamata a votare per questo partito alle elezioni.

A coloro che sostengono che un voto per i comunisti è un «voto sprecato» perché i comunisti non entreranno al governo, replichiamo che è vero il contrario: i voti sprecati non sono quelli per il partito comunista, bensì quelli per i partiti borghesi che fingono di voler rendere più umano il barbaro sistema capitalista. La sola battaglia perduta è la battaglia che non viene combattuta, che viene rimandata a tempo indefinito.

Oggi i nostri due popoli hanno bisogno di un partito comunista forte in Turchia e di un partito comunista forte in Grecia, in tutti i luoghi di lavoro, nei sindacati, nei quartieri popolari e alle elezioni di maggio, per condurre una lotta organizzata contro tutti i provvedimenti anti-popolari, per unire le forze contro la guerra imperialista e lo sfruttamento capitalista, per aprire crepe nel sistema di sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo e in ultima analisi per «cambiare tutto», costruendo la nuova società socialista-comunista.

Auguriamo i migliori successi al Partito Comunista di Turchia alle elezioni del 14 maggio!

28.04.2023

Traduzione da Resistenze.org