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Incontro dei comunisti europei a Bruxelles
Su iniziativa degli eurodeputati del Partito Comunista di Grecia (KKE), il 2 dicembre si è svolto con successo a Bruxelles l'Incontro dei Comunisti Europei sul tema "L'UE delle guerre imperialiste, dello sfruttamento capitalista e dell'anticomunismo e l'articolo ancora attuale di Lenin sulla Parola d'ordine degli Stati Uniti d'Europa".
Il discorso introduttivo è stato tenuto dal Segretario del CC del KKE, Dimitris Koutsoumbas.
Kostas Papadakis, membro del CC ed eurodeputato del KKE, ha aperto l'evento e Lefteris Nikolaou - Alavanos, eurodeputato del KKE, ha tenuto il discorso di chiusura. All'incontro hanno partecipato anche Giorgos Marinos, membro dell'Ufficio Politico del CC del KKE, ed Eliseos Vagenas, membro del CC e responsabile della sezione Relazioni internazionali del KKE.
Sono intervenuti all'evento 19 Partiti Comunisti e Operai europei provenienti da 18 Paesi europei. Hanno partecipato all'incontro i delegati dei seguenti partiti: Partito del Lavoro d'Austria, AKEL (Cipro), Partito Comunista di Danimarca, Partito Comunista dei Lavoratori per la Pace e il Socialismo (Finlandia), Partito Comunista Rivoluzionario di Francia, Comunisti - Partito Rivoluzionario (Francia), Partito Comunista Tedesco, Partito Comunista di Grecia, Partito dei Lavoratori d'Irlanda, Fronte Comunista (Italia), Partito Comunista del Lussemburgo, Nuovo Partito Comunista dei Paesi Bassi, Partito Comunista di Norvegia, Partito Comunista di Polonia, Partito Comunista Portoghese, Partito Comunista dei Lavoratori di Spagna, Partito Comunista di Svezia, Partito Comunista Svizzero e Partito Comunista di Turchia.
Dopo l'evento, gli eurodeputati del KKE hanno rilasciato una dichiarazione in cui hanno osservato, tra l'altro, che "l'evento si è svolto nonostante il tentativo provocatorio e riprovevole di alcuni eurodeputati di estrema destra dei cosiddetti 'Patrioti per l'Europa' (Le Pen - Orbán) e 'Conservatori - Riformisti Europei' (Meloni ecc.), che, in una lettera al Presidente del Parlamento europeo, signora Metsola, hanno chiesto di vietare l'evento organizzato dagli eurodeputati del KKE.
Gli eurodeputati di estrema destra hanno utilizzato la teoria antistorica e reazionaria dei due estremi e l'equiparazione del mostro fascista al comunismo, in un inaccettabile e pericoloso tentativo anticomunista di abolire la libertà di parola e di espressione, anche per gli eurodeputati eletti, che ricorda le epoche buie condannate dai popoli.
La mossa provocatoria di vietare l'iniziativa dei Partiti Comunisti, contraria alle libertà democratiche e ai diritti dei popoli europei, è fallita, l'anticomunismo è stato sventato".
Di seguito il discorso integrale del Segretario generale del CC del KKE, Dimitris Koutsoumbas, alla manifestazione:
Il rovesciamento del capitalismo e la costruzione del socialismo-comunismo restano l'unica via d'uscita per i popoli europei
Cari compagni,
a nome del CC del KKE, vorrei darvi un caloroso benvenuto ai lavori dell'Incontro dei Comunisti Europei, organizzato dagli eurodeputati del KKE qui a Bruxelles, nell'edificio del Parlamento europeo. Questo evento fa parte delle numerose attività che il KKE ha realizzato nel 2024 in onore del grande rivoluzionario Vladimir Ilyich Lenin, leader della Rivoluzione Socialista d'Ottobre, di cui quest'anno ricorre il centenario della morte.
La nostra iniziativa è allo stesso tempo una risposta decisa all'ondata di anticomunismo e antisovietismo promossa sistematicamente dai media e dai governi borghesi e dall'UE. L'UE ha postulato l'inaccettabile equiparazione tra fascismo e comunismo e l'identificazione antistorica dell'odierna Russia capitalista con l'Unione Sovietica, gettando sull'intero continente una rete di persecuzioni anticomuniste, falsificazioni e distorsioni della storia e distruzione di monumenti antifascisti.
Il KKE condanna questa deriva ed esprime la sua solidarietà ai comunisti che affrontano persecuzioni, divieti e restrizioni alle loro attività in vari Paesi europei. Continueremo a lottare contro la disinformazione dei popoli e la falsificazione della storia, senza idealizzare i fatti, studiando non solo le conquiste del socialismo, ma anche le debolezze, gli errori e le deviazioni, traendo così conclusioni utili per il futuro.
Conclusioni utili possono essere tratte anche dall'opera di Lenin, Sulla parola d'ordine degli Stati Uniti d'Europa", che è ancora attuale, sullo sfondo dell'intensificazione dello sfruttamento di classe e delle guerre imperialiste in Ucraina e in Medio Oriente, con il coinvolgimento dell'UE imperialista.
Le osservazioni di Lenin nelle condizioni dell'inizio del XX secolo mantengono la loro attualità nel XXI secolo. È un'opera che crediamo debba essere studiata dai comunisti, dai rivoluzionari e dalle persone di buona volontà, non solo in Europa ma in tutto il mondo, dato che oggi si stanno formando varie unioni capitalistiche transnazionali di Stati, come i BRICS, in diversi angoli del pianeta.
Studiando Lenin in modo creativo, alla luce dei cambiamenti avvenuti nel mondo, possiamo esaminare gli accordi interstatali, le vecchie e nuove alleanze capitalistiche, che cercano di "mettere ordine" nella "sicurezza internazionale", nel commercio internazionale, nell'esportazione di capitali, senza, ovviamente, negare le leggi capitalistiche.
Per quanti cambiamenti siano avvenuti dopo la pubblicazione di quest'opera, essi non hanno alterato l'essenza, le leggi principali dell'economia capitalista: la produzione basata sul plusvalore, il profitto, la concorrenza e l'ineguaglianza, l'anarchia nella produzione, l'ingiustizia nella distribuzione.
"In regime capitalistico non è possibile un ritmo uniforme dello sviluppo economico, né delle piccole aziende, né dei singoli Stati. In regime capitalistico non sono possibili altri mezzi per ristabilire di tanto in tanto l'equilibrio spezzato, al di fuori della crisi nell'industria e della guerra nella politica.", scriveva Lenin.
Chi è in grado oggi di confutare la valutazione di Lenin, quando la crescita ineguale del capitalismo sta dando origine a nuove potenti forze capitalistiche, acuendo il confronto tra Stati Uniti e Cina per la supremazia nel sistema imperialista internazionale e intensificando il conflitto tra l'asse euro-atlantico e quello eurasiatico in via di formazione?
Chi non è consapevole della bomba a orologeria su cui si trova l'economia capitalista internazionale, ossia l'accumulo eccessivo di capitale che non riesce a trovare un modo per essere investito con un profitto soddisfacente? Sono state tentate la transizione verde, la trasformazione digitale e la vecchia formula della guerra, a cui fa riferimento Lenin, ma le impasse del sistema continuano.
Le crisi e le guerre capitalistiche sono nel DNA del capitalismo. Numerosi indicatori dell'economia internazionale dimostrano che la crisi nasce dal normale funzionamento del sistema capitalistico.
L'economia dell'UE è già in recessione. Si veda anche l'aumento del debito dello Stato statunitense, che ha già superato la "linea rossa" del tetto del debito consentito e continua a salire, o la crisi immobiliare nella Cina capitalista, ecc.
Gli interventi e le guerre imperialiste forniscono uno sbocco redditizio al capitale sovra-accumulato. I profitti dell'industria bellica statunitense e di altri grandi produttori di armi dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e in Medio Oriente ne sono la prova.
Non è un caso che la cosiddetta economia di guerra e l'escalation della guerra siano ora la priorità assoluta per la NATO, l'UE e gli altri centri imperialisti.
In particolare, sulla base del rapporto Draghi, l'UE prevede di stanziare 500 miliardi di euro per l'industria bellica, mentre sulla base del Rapporto Ninisto [sulla difesa] destina il 20% del suo bilancio all'economia di guerra. L'UE sta quindi tracciando un pericoloso collegamento tra i suoi piani di guerra e la protezione civile, promuovendo la 'preparazione psicologica' delle popolazioni 'a vivere in condizioni di pericolo e instabilità' e consigliando loro di preparare una scorta di cibo di emergenza di tre giorni.
Inoltre, le vaste distruzioni causate dalla guerra imperialista sono un'occasione per investimenti redditizi nelle aree devastate. Gli Stati Uniti, l'Unione Europea e la Russia hanno già lanciato programmi speciali di investimento per la "ricostruzione" dell'Ucraina.
Cari compagni,
La vittoria di Trump alle elezioni americane ha alimentato le voci sull'imminente "affermazione della pace", almeno sul fronte ucraino. "fra i capitalisti e fra le potenze sono possibili degli accordi temporanei", scriveva Lenin, ma allo stesso tempo sottolineava che questi accordi non negavano in alcun modo la lotta per la spartizione delle colonie, visto che all'epoca tre quarti del mondo erano colonie.
Oggi, tuttavia, questa posizione è ancora valida, poiché al posto della lotta per la spartizione delle colonie, c'è la lotta per la spartizione delle materie prime, dell'energia, delle vie di trasporto delle merci, delle posizioni geopolitiche e delle quote di mercato. Come sottolineava Lenin, "Ma in regime capitalistico non è possibile altra base, altro principio di spartizione che la forza. [...] Predicare una "giusta" divisione del reddito su tale base [...] ignoranza piccolo-borghese, filisteismo. Non si può dividere se non "secondo la forza". È la forza che cambia nel corso dello sviluppo economico. (...) Per mettere a prova la forza reale di uno Stato capitalista, non c'è e non può esservi altro mezzo che la guerra. La guerra non è in contraddizione con le basi della proprietà privata, ma è il risultato diretto e inevitabile dello sviluppo di queste basi. ".
Oggi è necessario che il movimento comunista europeo e il popolo non dimentichino le parole di Lenin, le valutino attraverso la lente degli attuali sviluppi internazionali e rifiutino le idee opportuniste che hanno prevalso dopo il XX Congresso del PCUS nelle fila del movimento comunista internazionale e che hanno promosso approcci errati. Tali approcci hanno diviso gli imperialisti in falchi e colombe, in guerrafondai e favorevoli alla pace, insinuando che potesse esistere un imperialismo favorevole alla pace, un abbandono da parte degli imperialisti dei mezzi violenti e militari che, come sottolineava Lenin, sono una continuazione della politica del periodo precedente.
Purtroppo, anche nelle file del movimento comunista internazionale, soprattutto dopo la Seconda guerra mondiale, dominavano queste percezioni errate, sulla base delle quali i partiti comunisti valutavano che avremmo potuto addomesticare i piani di guerra dei capitalisti con il cosiddetto sistema di sicurezza europeo!
Oggi, alcune forze ripropongono opinioni simili sulla formazione di una "nuova architettura di sicurezza", di una NATO "senza piani militari e sistemi di armamento offensivi sui suoi territori", di una "UE pro-pace", di un "mondo multipolare pacifico", ecc. come modo per risolvere il conflitto militare in Europa.
Tutti questi punti di vista non hanno alcun rapporto con la realtà e sono disorientanti per la lotta anticapitalista e antimperialista, poiché cercano di promuovere la percezione che l'imperialismo possa rinunciare ai mezzi di guerra. È come se chiedessimo a un animale della giungla predatore e carnivoro di trasformarsi in un erbivoro e persino in un animale domestico.
La verità è che la NATO e l'UE, come ogni unione transnazionale capitalista, hanno un carattere profondamente reazionario. Non possono diventare favorevoli al popolo, continueranno ad agire contro i diritti dei lavoratori e dei popoli.
La posizione di Lenin, secondo cui "gli Stati Uniti d'Europa in regime capitalistico sarebbero o impossibili o reazionari", è confermata. L'UE è un'unione economica, politica e militare transnazionale imperialista dei monopoli, contraria agli interessi della classe operaia e degli altri strati popolari.
Non si può risolvere il problema con soluzioni di facciata! Così come il capitalismo non può essere umanizzato! Perché l'UE non è stata creata dai popoli né serve i loro interessi. Al contrario!
L'UE non è e non può diventare a favore dei popoli. I suoi obiettivi sono la concentrazione e la centralizzazione del capitale, le guerre e gli interventi imperialisti, la promozione della strategia per massimizzare il grado di sfruttamento della classe lavoratrice, che porta alla povertà, alla miseria, ai prezzi elevati, alla povertà energetica, ai rifugiati, alla repressione brutale, alla schedatura e all'anticomunismo. Gli scandali nelle lobby corrotte del Parlamento europeo confermano il suo carattere reazionario di unione del capitale a spese del popolo.
Le risoluzioni e gli ultimatum di guerra, i regolamenti contro il popolo e le direttive contro il lavoro sono finalizzati a servire la redditività dei monopoli e a schiacciare le vite e i diritti dei lavoratori.
Oggi l'UE sta cercando di assumere un ruolo guida nelle politiche e nelle guerre contro i popoli. Questo è vero a prescindere dall'esito della competizione tra le classi borghesi dei suoi Stati membri che si è accesa dopo l'elezione di Trump per una maggiore indipendenza militare dell'UE o per un maggiore vincolo al carro della NATO.
Per servire gli interessi dominanti delle classi borghesi europee, l'UE, insieme agli USA, è stata coinvolta nella guerra in Ucraina, al fianco di quella parte della borghesia ucraina che, utilizzando forze fasciste, ha proceduto nel 2014 a un rovesciamento politico contro la Costituzione.
Per interessi simili l'UE sostiene lo Stato di occupazione di Israele, che sta massacrando l'eroico popolo palestinese. Da questo podio del Parlamento europeo, esprimiamo ancora una volta la nostra piena solidarietà al popolo palestinese e uniamo la nostra voce alle manifestazioni di massa dei lavoratori e dei popoli di tutto il mondo in difesa della loro giusta lotta per liberarsi dell'occupazione israeliana.
Cari compagni,
Dopo l'attacco ucraino in profondità nel territorio della Federazione Russa con armi a lungo gittata di fabbricazione statunitense e britannica e il successivo cambiamento della dottrina nucleare russa e le dichiarazioni di Putin, è più che evidente che il pericolo di una generalizzazione della guerra imperialista, con l'uso anche di armi nucleari, sta crescendo.
Anche se si raggiunge un compromesso temporaneo, nessuno può mitigare la competizione inter-imperialista che va dal commercio e dalla tecnologia agli armamenti militari. E questo vale dall'Artico all'Africa e all'Oceano Indo-Pacifico, compreso lo spazio.
Oltre al massacro dei popoli, allo smembramento dei Paesi, all'onere finanziario che grava sui popoli e sugli eserciti di persone sradicate, le guerre e gli interventi imperialisti dell'UE e dei governi borghesi alleati dell'imperialismo causano una distruzione ancora maggiore dell'ambiente, per il quale fingono di preoccuparsi nelle loro cosidette dichiarazioni "verdi".
Il KKE, insieme ad altri partiti comunisti e operai in Europa, rifiuta tutti i pretesti usati da entrambe le parti e fa luce sulle vere cause delle guerre imperialiste.
Intensifichiamo la lotta contro il coinvolgimento dei nostri Paesi in queste guerre.
Lottiamo per la chiusura delle basi USA-NATO in Grecia e altrove, per la rimozione delle armi nucleari dall'Europa.
Esprimiamo la nostra solidarietà ai popoli dell'Ucraina e della Russia, che hanno vissuto in pace e prosperato insieme negli anni del socialismo e che ora stanno versando il loro sangue per i grandi interessi capitalistici.
Ci opponiamo alla crescente militarizzazione dell'UE attraverso la promozione della sua cosiddetta Autonomia Strategica, che comporta grandi rischi per i popoli, la creazione di formazioni militari, come la PESCO e l'esercito dell'UE, e missioni come "Aspides" nel Mar Rosso.
Costruiamo un fronte contro il fascismo e tutte le forme di razzismo, contro le discriminazioni basate sulla religione, sul colore della pelle, sul sesso o sull'orientamento sessuale e rifiutiamo il falso "antifascismo" e i vari "fronti antifascisti" utilizzati dalle forze politiche borghesi e opportuniste per intrappolare le forze operaie e popolari nella gestione borghese, disgiungendo il fascismo dal sistema capitalista che lo fa nascere e lo utilizza quando necessario.
Cari compagni,
l'aumento dello sfruttamento dei lavoratori, l'intensificazione del lavoro flessibile ed estenuante con orari disumani che provocano incidenti sul posto di lavoro, il lavoro senza diritti e senza contratti collettivi di lavoro, l' intensificarsi delle intimidazioni da parte dei datori di lavoro, i bassi salari combinati con gli alti prezzi e la pesante tassazione degli strati popolari e le guerre, hanno portato i popoli europei a scendere nelle vie della lotta.
Dieci giorni fa, il 20 novembre, le strade e le piazze di tutta la Grecia si sono riempite di lavoratori in sciopero, provocando un terremoto con lo slogan: "Soldi per i salari - salute - istruzione, fuori dal macello della guerra!".
Grazie all'azione militante dei sindacati, come quello dei portuali del Pireo, è stato impedito che un carico di munizioni destinato a Israele arrivasse a destinazione, così come il trasporto di armi e munizioni NATO destinate alla guerra in Ucraina in altre città greche.
Continuiamo a lottare contro la politica anti-popolare del governo di Nuova Democrazia e degli altri partiti del sistema, contro la NATO e l'UE del capitale, dello sfruttamento di classe, dei monopoli e della guerra!
Per lo sganciamento della Grecia dal mattatoio imperialista, dai piani e dalle alleanze imperialiste, con il popolo padrone della propria terra.
Per un'Europa della prosperità dei popoli, della pace, della giustizia sociale, del socialismo!
Percorriamo il nostro cammino comune di lotta rivoluzionaria di classe fino al rovesciamento del capitalismo e alla costruzione del socialismo-comunismo!
La strada che è stata aperta e il ghiaccio rotto nell'ottobre 1917 dai comunisti sotto la guida di Lenin è ancora l'unica via d'uscita per i popoli dei nostri Paesi.
03.12.2024
Traduzione da Resistenze.org