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Dichiarazione del KKE riguardante gli sviluppi con la FYROM

Chi infiamma i Balcani - NATO, USA, UE - non può dare una soluzione a vantaggio dei popoli!

Il KKE invita il popolo greco, che è giustamente preoccupato per gli sviluppi sulla questione della FYROM, a mettere a fuoco l'essenza del problema: la "foresta" e non l'"albero". Il KKE invita a superare il disorientamento e le false linee divisorie coltivate sia dal governo che dalle altre forze che investono sul nazionalismo e sull'irredentismo.

Entrambe le parti, indipendentemente dalla loro posizione, evidenziano la questione del nome come questione principale occultando il pericoloso scenario che si sta configurando. Nascondono il loro accordo sotto l'"ombrello" della NATO, nell'ambito del quale si sviluppano i negoziati che hanno come fine l'ingresso del paese confinante nella NATO.

Gli sviluppi non riguardano esclusivamente le relazioni tra la Grecia e la FYROM. Fanno parte dei piani generali promossi dalla NATO, dagli USA e dall'UE per rafforzare la loro presenza economica, politica e militare nei Balcani occidentali e nella regione più ampia con il fine di rafforzarsi nella feroce competizione con altre potenze, come la Russia e la Cina, concentrandosi sul controllo delle risorse energetiche e delle rotte, delle quote di mercato.

Questo è il motivo per cui si preoccupano tanto i dirigenti della NATO, il governo greco e della FYROM. Per questo il Vertice della NATO di luglio è stato stabilito come termine ultimo per raggiungere un accordo.

Gli sviluppi prefigurano nuove sofferenze per i popoli!

Il fatto che l'ingresso di questi paesi nella NATO e nell'UE assicurerà la pace e la stabilità, e eviterà pericoli per il nostro paese, è un inganno privo di base storica.

Non dobbiamo dimenticare che le forze della NATO:

- Hanno avuto un ruolo principale nella dissoluzione della Jugoslavia unita e nella creazione di questo problema.
- Hanno tracciato le nuove mappe del Balcani e creato Stati-protettorati per promuovere i loro interessi.
- Hanno utilizzato questioni di minoranze esistenti e inesistenti, hanno incitato i nazionalismi e gli irredentismi per "dividere" i popoli.

Le relazioni greco-turche dimostrano che l'appartenenza alla NATO non solo non garantisce la pace e l'integrità territoriale, ma al contrario è un fattore di aggravamento dei problemi, di messa in discussione dei diritti sovrani.

Lo stesso processo di inclusione di altri paesi balcanici nella NATO e nell'UE coesiste con dispute di confine, con violazioni dei diritti sovrani e persino con l'agitazione di questioni relative a minoranze inesistenti.

Anche se si raggiungesse un compromesso, questo sarà sicuramente fragile, e quando cambieranno i rapporti di forza, si cercheranno nuovi accordi ed equilibri geopolitici, sia con la guerra o con la minaccia della pistola alla tempia dei popoli.

La disputa sul nome nasconde i piani imperialisti, i veri problemi

Dal 1992, quando si pose la questione del nome del paese vicino, dopo la dissoluzione dell'ex Jugoslavia, il KKE prese una posizione di principio con il fine di promuovere l'amicizia tra i popoli, contro i piani degli imperialisti e il cambio di frontiere nella regione.

Si oppose alla corrente nazionalista dominante fomentata da tutti gli altri partiti.

Tra questi partiti vi era il partito di Synaspismos (attuale SYRIZA) che, insieme a Nuova Democrazia (ND) e il PASOK, firmava comunicati congiunti attaccando il KKE e alimentando l'isteria anticomunista.

Il KKE basa le proprie posizioni sul fatto indiscutibile che la Macedonia è una regione geografica molto grande, condivisa tra quattro paesi balcanici sulla base del Trattato di Bucarest, firmato da Venizelos nel 1913, diviso rispettivamente in: Grecia il 51%, Serbia il 39% (FYROM), Bulgaria il 9,5% e Albania 0,5%.

Mettere in discussione questa realtà, con lo slogan la "Macedonia è solo greca" - riferendosi all'intera regione geografica di Macedonia - scatena i quattro venti, alimenta il nazionalismo e l'irredentismo, dà slancio a chi desidera revisionare i Trattati Internazionali, come nel caso della classe dominante turca che mette in discussione il Trattato di Losanna. Ecco come potrebbe esplodere la bomba ad orologeria dei Balcani.

Il KKE considera che sia importante salvaguardare rapporti di cooperazione pacifica, assicurare l'inviolabilità delle frontiere dei due paesi, modificare la Costituzione del paese vicino ed evitare la propaganda irredentista.

Questo è l'unico modo per cancellare tutta la base che sostiene la teoria anti-storica di una "nazione macedone". Solo in questo modo si può assicurare la definizione esclusivamente geografica, se, infine, il nome del paese vicino includerà il termine "Macedonia" o qualsiasi derivato da esso.

Il governo SYRIZA-ANEL ha assunto il ruolo di "portabandiera" della NATO

Il governo, attraverso la cosiddetta politica di "aggiornamento geostrategico", promuove la partecipazione del capitale greco nel saccheggio che si realizza nella regione. Questa è l'altra faccia della politica antipopolare.

La borghesia greca si aspetta di rafforzare le sue posizioni nei Balcani, conquistare nuove posizioni in settori prioritari, approfittando dell'ingresso di questi paesi nell'UE e nella NATO.

Questo è il motivo per cui è disposta a risolvere le questioni per conto del capitale, indipendentemente dal fatto se questo lascia la porta aperta a grandi pericoli per il popolo greco e gli altri popoli della regione.

No al veleno sciovinista e al cosmopolitismo del capitale

Il KKE invita il popolo a isolare le forze nazionaliste e fasciste che sfruttano la legittima preoccupazione popolare per iniettare il veleno del nazionalismo e dello sciovinismo. Tra esse, la criminale Alba Dorata, discendente politico del nazismo, durante il cui dominio la Macedonia greca era sotto occupazione bulgara.

Nuova Democrazia e gli altri partiti hanno gravi responsabilità, perché con la loro posizione rimestano le torbide acque del nazionalismo, giustificando tali forze. Allo stesso tempo, danno al governo l'opportunità di presentare i nuovi pericolosi piani euroatlantici sotto il manto del "progresso".

I popoli possono percorrere il loro giusto cammino

La lotta comune e la solidarietà sono le loro armi contro i piani del capitale e degli imperialisti.

Gli sviluppi richiedono vigilanza, intensificazione della lotta operaia e popolare e della solidarietà internazionalista, contro gli interventi e le guerre imperialiste. Questa lotta è inestricabilmente legata alla lotta per i diritti contemporanei del popolo. E' legata con la lotta contro tutte le alleanze imperialiste, come la NATO e l'UE, contro il sistema di sfruttamento e il potere del capitale.

 

 

05.02.2018